mercoledì 28 dicembre 2016

Under The Milky Way Tonight

Canzone di grande successo con un testo piuttosto ermetico, “Under the Milky Way" fu scritta da Steve Kilbey, cantante e bassista del gruppo Church, and Karin Jansson, in modo molto spontaneo. Il titolo pare sia ispirato al locale Melkweg (Via Lattea) di Amsterdam, che Kilbey era solito frequentare. Così ne parla l'autore; "Fumavo uno spinello e incominciai a suonare il piano quando lei entrò nella camera e semplicemente la mettemmo insieme. Una canzone casuale scritta per caso e che per caso è diventata un singolo e per caso è diventata un successo.”





A volte quando questo luogo diventa piuttosto vuoto
Il suono del loro respiro svanisce con la luce
Penso all’attrazione senza amore
Sotto la Via Lattea stanotte

Giù il sipario su Memphis
Giù il sipario, tutto a posto
Non ho tempo per un consulto privato
Sotto la Via Lattea stanotte

Vorrei sapere che cosa stavi cercando
Potevo sapere che cosa avresti trovato
Vorrei sapere che cosa stavi cercando
Potevo sapere che cosa avresti trovato

Ed è qualcosa di piuttosto particolare
Qualcosa di bianco e scintillante
Ti conduce qui nonostante la tua destinazione
Sotto la Via Lattea stanotte

Vorrei sapere che cosa stavi cercando
Potevo sapere che cosa avresti trovato
Vorrei sapere che cosa stavi cercando
Potevo sapere che cosa avresti trovato

Sotto la Via Lattea stanotte
Sotto la Via Lattea stanotte

mercoledì 14 dicembre 2016

Debris

L’East Ender  Ronnie Lane (1946-97) sceglie le rovine che ospitano il mercato della domenica mattina nel suo quartiere come sfondo per una triste ballata. Il bassista dei Faces, in episodi come questo anche cantante, nacque a Forest Gate, London, e a parte i romanticismi, Debris è piuttosto evidentemente un tributo alle sue radici nella classe operaia dell’East End.

La canzone parla del padre e del crescere in un’area bombardata nella parte orientale di Londra, come riferì lo stesso Lane in un’intervista, dove un mercato della domenica si svolgeva tra le macerie, sulle quali la gente spargeva i più disparati oggetti destinati alla vendita. “Mio padre ci andava ogni domenica, mi ci portava e passavamo ore in quella merda. Ed è stato solo una volta che ero a New York che ho realizzato che mi mancava. Al tempo soffrivo di nostalgia di casa.”


Ti ho lasciato sui detriti
Al mercato della domenica mattina
Stavi rovistando tra le cianfrusaglie
Cercando un affarone

Ho sentito i tuoi passi alla porta principale
E quella canzone d’amore familiare
Perché sapevi che mi avresti trovato lì ad aspettare
In cima alle scale

Andavo fin lì e tornavo
Solo per vedere quanto era lontano
E tu, tu cercavi di dirmelo
Ma dovevo impararlo per conto mio

Ci sono ulteriori problemi al deposito
Con il sindacato generale
E dicevi “non cambieranno mai nulla, sai,
non lotteranno e non stanno lavorando”

Oh, eri il mio eroe
Come sei il mio buon amico
Sono andato fin là e ritornato
E so quanto è lontano

Ma ti ho lasciato sui detriti
Ora sappiamo entrambi che non avevi soldi
E mi chiedo che cosa avresti fatto

Senza di me a gironzolarti intorno